56.
Cosa provo, mi chiedi?
Ecco: io v'amo, son pazzo,
soffoco, è troppo, non reggo più;
siccome dentro un sonaglio,
sta dentro il mio cuore
il tuo nome,
e poichè senza posa
l'anima mia vacilla,
senza posa il sonaglio
s'agita e il nome squilla.
Tutto io di te ricordo,
ho di te tutto amato;
lo so che un giorno giugno,
il venti, l'anno passato,
tu mutasti la foggia dei capelli.
E talmente ho preso per mio
sole la tua chioma lucente
che, come quando al sole
tappo si è fisso il ciglio,
si vede poi dovunque un
grande disco vermiglio,
quand'io gli occhi distolgo
dal sol di cui m'inondi,
dovunque m'abbacinano
gli occhi barbugli biondi!